Dry Needling, soluzione semplice ed efficace per i punti dolorosi

2 Giugno 2020 by F. D'Ambra0
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I Trigger Point Miofasciali costituiscono una delle cause più frequenti di dolore muscoloscheletrico cronico, ciò nonostante per lungo tempo non sono stati considerati come un target d’interesse nella gestione del dolore. In parte ciò può essere stato dovuto al fatto che alcuni Trigger Point non risultano particolarmente dolorosi alla pressione e provocano esclusivamente un dolore riferito altrove, in un’area adiacente. Occorre invece considerare che l’area in cui si manifesta il dolore e quella da cui esso ha origine possono non coincidere; ad esempio alcune forme di lombalgia sono provocate dalla presenza di Trigger Point nei muscoli addominali, e alcuni tipi di mal di testa sono provocati dalla presenza di Trigger Point nella muscolatura del collo. Il dolore riferito rappresenta uno dei tratti caratteristici dei Trigger Point. Il fatto che la loro stimolazione possa provocare un dolore riferito in un’area ad essi adiacente rappresenta il motivo per cui questi punti vengono definiti “punti trigger”.

Caratteristiche diagnostiche dei Trigger Point Miofasciali.

In letteratura si ritrovano quattro principali criteri diagnostici per i Trigger point Miofasciali. Maggiore è il numero dei criteri che risultano positivi, più precisa sarà la diagnosi di questi ultimi:

un fascio di fibre muscolari contratte all’interno del muscolo
un’area dolente alla pressione all’interno della contrattura
la comparsa di dolore riferito
un segno di sussulto in seguito alla stimolazione
Quando la diagnosi viene effettuata da terapisti esperti, la ripetibilità del ritrovamento dei Trigger Point utilizzando questi criteri diagnostici è elevata. Ciò significa che i Trigger Point possono essere diagnosticati in maniera ripetibile.
In cosa consiste il trattamento?
Gli obiettivi del Trattamento dei Trigger Point sono:
migliorare la circolazione sanguigna nell’area
distendere la contrattura muscolare
rilassare le strutture circostanti
Modalità di trattamento
Esistono diverse modalità di trattamento. Il Trattamento Manuale dei Trigger Point, il Dry Needling e la combinazione di entrambi, che spesso si dimostra di particolare efficacia. Il Trattamento Manuale dei Trigger Point include alcune tecniche specifiche per il muscolo, la fascia ed i tessuti connettivi. Il Dry Needling prevede l’utilizzo di aghi sterili e monouso per migliorare la circolazione e aumentare il flusso sanguigno nell’area del Trigger Point, promuovendone così la guarigione e riducendo il dolore. Nel trattamento dei Trigger Point, maggiore è l’accuratezza, migliori sono i risultati. Importante da sapere, è che il Dry Needling non è agopuntura! Sebbene gli aghi utilizzati per il Dry Needling siano gli stessi utilizzati nell’agopuntura, i due approcci si differenziano tra loro. Con il Dry Needling ci si propone di trattare in modo specifico i Trigger Point precedentemente diagnosticati all’interno dei muscoli, con l’obiettivo di facilitare il rilassamento sia dei muscoli che della fascia. Oggi è una tecnica riconosciuta e praticata con successo in tutto il mondo da terapisti che operano nel campo del pain management.
Tecniche di Dry Needling.
Il termine Dry Needling si riferisce al fatto che, nel trattamento del dolore e delle disfunzioni muscolari, vengono utilizzati aghi sterili e monouso senza la somministrazione di medicinale. Esistono due tecniche principali di Dry Needling:
la stimolazione intramuscolare
il Dry Needling superficiale
La stimolazione intramuscolare prevede che l’ago venga inserito direttamente nel Trigger Point o nella struttura tesa. Questa stimolazione provoca un sussulto locale (“Local Twitch Response”). In conseguenza al Twitch, viene spesso riportata dai pazienti una sensazione di rilassamento, segno che è stato trattato “il punto giusto”, con una riduzione dell’infiammazione locale ed il rilassamento delle adesioni fasciali.

Nel Dry Needling superficiale gli aghi vengono inseriti in direzione obliqua e superficialmente, a una profondità media di 3-4 mm nell’area direttamente soprastante il Trigger Point. Così facendo vengono attivati alcuni riflessi spinali responsabili dell’inibizione del dolore. Un’altra forma di Dry Needling è la Stimolazione Elettrica Intramuscolare (IMES), che prevede l’inserimento di almeno due aghi nel tessuto muscolare, seguito dalla stimolazione con un basso dosaggio di TENS. La scelta della tecnica di Dry Needling da utilizzare va concordata e dosata in maniera opportuna con ogni paziente. Va ricordato che non esiste un solo trattamento per tutto, ma una buona valutazione permette di trovare la soluzione specifica e personalizzata per affrontare qualunque problema.

L’esperto consiglia: Una sintomatologia dolorosa può manifestarsi sotto varie forme. Il Dry Needling è un valido trattamento per affrontare e risolvere in poche sedute problematiche cervicali, lombari e muscolari di ogni genere.


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